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Visualizzazione dei post da 2025

Luoghi Comuni: una Geografia dell'Anima contro l'Omologazione Contemporanea

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“L'arte di narrare si avvia al tramonto. È sempre più raro imbattersi in persone che sappiano raccontare qualcosa come si deve. [...] È come se fossimo privati di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa tra le cose certe: la capacità di scambiare esperienze.” Walter Benjamin “La casa è il nostro angolo di mondo. È il nostro primo universo. È davvero un cosmo. Un cosmo in tutta l'accezione del termine.” Gaston Bachelard       Nel cuore nascosto dei nostri paesaggi interiori si celano "luoghi comuni" che nessuna immagine potrà mai raccontare completamente. Eppure, paradossalmente, è proprio attraverso la fotografia che questi spazi possono tornare a parlarci, rivelando quella dimensione dell'esperienza che la velocità contemporanea ha reso invisibile. Cosa rende "comune" un luogo? Non la sua banalità, come potremmo pensare, ma piuttosto l'eccedenza di significato che lo rende trasparente al nostro sguardo abituato. I piccoli cimit...

La Sintassi del Visivo

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“Il modo di vedere delle cose è influenzato da quello che sappiamo o che crediamo.” John Berger “Fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa. Significa stabilire con il mondo una relazione particolare che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere.” Susan Sontag       Vi è mai capitato di osservare una fotografia e di sentirvi completamente liberi di interpretarla? Quella libertà, che spesso scambiamo per ricchezza espressiva, nasconde in realtà uno dei paradossi più profondi della comunicazione visiva contemporanea. Ogni volta che ci troviamo di fronte a un'immagine isolata, entriamo in un territorio semantico instabile, dove i significati si moltiplicano e si disperdono senza controllo. Prendiamo una fotografia qualsiasi, ad esempio un volto pensoso ripreso di profilo. Cosa comunica veramente? Malinconia? Concentrazione? Stanchezza? Contemplazione? La risposta dipende interamente da chi guarda, dal suo stato d'animo, ...

Gli Idoli di Bacone e l'Arte Contemporanea

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“Nell'oscurità tutti i colori si somigliano.” Sir Francis Bacon “L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi.” Erich Fromm       Nel Novum Organum del 1620, Francis Bacon individuava quattro categorie di idoli , false nozioni che ostacolano la conoscenza autentica della realtà. Questi idola rappresentavano altrettanti vizi cognitivi che impedivano l'accesso alla verità: gli idola tribus (della tribù), radicati nella natura umana; gli idola specus (della caverna), derivanti dalle inclinazioni individuali; gli idola fori (del mercato), generati dal linguaggio sociale; gli idola theatri (del teatro), prodotti dai sistemi filosofici dominanti. Guardando al panorama dell'arte contemporanea con l'acutezza diagnostica del filosofo inglese, emerge un quadro preoccupante: il sistema artistico odierno sembra pervaso da meccanismi...

Non chiederci la parola

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“Così decifrando il diario della melanconica (o felice?) collezionista di sabbia, sono arrivato a interrogarmi su cosa c’è scritto in quella sabbia di parole scritte che ho messo in fila nella mia vita, quella sabbia che adesso mi appare tanto lontana dalle spiagge e dai deserti del vivere. Forse fissando la sabbia come sabbia, le parole come parole, potremo avvicinarci a capire come e in che misura il mondo triturato ed eroso possa ancora trovarvi fondamento e modello.” Italo Calvino Sulla natura iterativa del segno e la persistenza dell'idea       Quest'opera nasce da un interrogativo che attraversa i secoli: cosa rende un'idea immortale? Non la sua natura eterea o spirituale, ma qualcosa di più concreto e paradossalmente fragile: la sua capacità di ripetersi, di essere citata, di sopravvivere all'assenza di chi l'ha concepita. Nel dialogo tra la scultura classica e l'immagine fotografica decostruita, provo così ad esplorare quello che Jacques Derr...

In bilico nell'immobilità

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“La vita ha bisogno della parola; se fosse sufficiente vivere, non si penserebbe, se si pensa è perché la vita ha bisogno della parola, della parola che sia il suo specchio, della parola che la rischiari, della parola che la potenzi, che la innalzi.” María Zambrano Concept       Il silenzio dell’anima è uno stato di ricettività totale, una condizione di ascolto profondo che precede qualsiasi forma di conoscenza autentica. “La pietra che respira è quella che ha conosciuto il silenzio dell’anima” diviene metafora e riconciliazione di una materia che ha trasceso la sua condizione inerte, attraverso una metamorfosi spirituale e grazie all’incontro con il silenzio contemplativo. Questo processo trasformativo rappresenta la capacità di infondere vita e significato anche in ciò che appare immobile, attraverso il potere dello sguardo poetico. In quest’opera dal titolo: “In bilico nell’immobilità” , esploro la dualità dell'esistenza umana, mediante la giusta...

Il teorema del dubbio

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“La ragione non è nulla senza l'immaginazione.” René Descartes Concept       Nelle “foto(so)phie” – neologismo che fonde fotografia e filosofia – ogni elemento si dispone come tessera di un enigma irrisolvibile. La moderna interpretazione, in bianco e nero, di Cartesio , fronteggia lo scheletro di un dinosauro che emerge, appena percettibile, dal biancore dello sfondo. Tra questi due poli – il volto della ragione e l’ossatura del vissuto preistorico – si apre un cortocircuito di significati che rimette in gioco le certezze del vedere e le radici stesse del pensiero. Il sorriso assente del filosofo-cartesiano, con lo sguardo rivolto verso un io che si auto-fonda, ci invita a ripercorrere la famosa sospensione del dubbio: «Cogito, ergo sum» . Eppure quel sum – quel farsi esistere del soggetto – qui non è più garanzia di un’identità salda, ma soltanto un simulacro di carta e pigmenti (come recita la stessa dichiarazione d’artista incisa nella stes...

Questo è solo un piccolo grido di dolore!

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“Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore. Vai avanti. Nessun sentimento è definitivo.” Rainer Maria Rilke Concept       Tre muse e regine identiche, avvolte in eleganti abiti da sera e col volto dissimulato da maschere di cranio bovino, evocano, in chiave moderna, un richiamo sospeso tra le tragedie classiche e le sacre rappresentazioni medievali. Al tempo stesso, la duplicazione delle donne, inscena una chiara visione della molteplicità dell’Io, unita alla ripetitività dei nostri traumi interiori. Attorno a queste figure, emergono campi grigi di forme geometriche astratte, che organizzano lo spazio nel solco di un diagramma dell’anima , dove anche i numeri, disposti come se fossero vertebre spezzate, aprono una riflessione sulla fragilità della vita. Martin Heidegger ci insegna che l’essere umano viaggia sempre in direzione di una gettatezza originaria, un esser-ci costantemente in bilico tra consapevolezza e oblio. Il teschio, maschera di...

Monologue

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“Πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι. (Il conflitto è padre di tutte le cose.)” Eraclito “Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro?” Luigi Pirandello Concept       Una statua, emblema millenario della perfezione formale, diviene campo di battaglia per forze contrapposte. Nell'interstizio tra verità, libertà e mondo , si apre la ferita scarlatta che spezza e attraversa l'opera, non cicatrice ma piuttosto rivelazione, squarcio che disvela l'impossibilità di una sintesi armoniosa. Questa creazione sospesa tra fotografia, intervento pittorico e concettualizzazione filosofica, manifesta la tensione irrisolta del contemporaneo. L'ideale classico, con la sua promessa di unità e complet...

PAX

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“Per sempre è composto da Ora.” Emily Dickinson       Nella calma che avvolge la collina in cui dimoro, si erge questo piccolo cimitero. Non è un luogo che attira lo sguardo, è piuttosto un santuario di quiete che si rivela solo a chi sa fermarsi per ascoltare il linguaggio muto dei fiori e delle pietre.       Qui, sotto un cielo gravido di nuvole, l'eternità conversa con l'effimero in un dialogo senza parole. Le lapidi, sentinelle del tempo, non segnano semplicemente la fine di un viaggio, ma custodiscono le impronte di chi ha camminato prima di noi. Sono mappe di esistenze consumate, archivi di respiri che il vento ha disperso ma che la memoria ostinata della pietra continua a trattenere.        PAX , recita una lapide consunta. RESURRECTURIS , promette un'altra. Non mere parole incise nel marmo, ma invito a contemplare il mistero che abbraccia la nostra fragile condizione. La pace, qui, ...

cento aggettivi per un ritratto

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“La maschera che portiamo rivela molto più del volto che cela.” Oscar Wilde       Traendo vivida linfa vitale da sentieri filosofici e dall'universo polimorfo e sfuggente dell'arte contemporanea, con dedizione , fervore e passione mi adopero a realizzare un ritratto che sia sempre un'indagine visiva , concettuale , un dialogo silenzioso ma eloquente , consapevole e misterioso , strumento maieutico e alchemico , frammento autentico di un’essenza inafferrabile , non convenzionale e superficiale , ma costantemente intimo e profondo , aperto e polisemico , che inviti a una lettura stratificata , personale , soggettiva e mai definitiva , privo di una bellezza canonica , esteriore o effimera , ma semmai scomoda , radicale , estrema e incisiva . Deve poi consentire un'esperienza estetica , emotiva , cognitiva , esistenziale che tocchi corde universali pur rimanendo irriducibilmente unico e irripetibile , come una traccia metafisica , un se...

L'Immagine Pensosa di Jacques Rancière: una zona di Indecidibilità tra Ragione ed Esperienza

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“Un'immagine non è mai da sola. Essa è parte di un dispositivo di visibilità che regola lo statuto dei corpi rappresentati e il tipo di attenzione che essi meritano. La questione consiste nel sapere che tipo di attenzione viene provocato da questo o quel dispositivo.” Jacques Rancière       Nel panorama della filosofia estetica contemporanea, pochi concetti brillano di luce così intensa e rivelatrice quanto quello dell' immagine pensosa , magistralmente teorizzato da Jacques Rancière . Una costellazione concettuale che, come un prisma, rifrange e riconfigura la nostra comprensione del visuale, inaugurando territori inesplorati di riflessione critica e sensibilità estetica. La pensosità come presenza eccedente       L'immagine pensosa — penseuse nella lingua di Rancière — non è semplicemente un'immagine che illustra un pensiero preesistente, un veicolo trasparente di significati predeterminati. È piuttosto un'entità vi...