La Sintassi del Visivo


“Il modo di vedere delle cose è influenzato da quello che sappiamo o che crediamo.”
John Berger

“Fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa. Significa stabilire con il mondo una relazione particolare che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere.”
Susan Sontag

      Vi è mai capitato di osservare una fotografia e di sentirvi completamente liberi di interpretarla? Quella libertà, che spesso scambiamo per ricchezza espressiva, nasconde in realtà uno dei paradossi più profondi della comunicazione visiva contemporanea. Ogni volta che ci troviamo di fronte a un'immagine isolata, entriamo in un territorio semantico instabile, dove i significati si moltiplicano e si disperdono senza controllo. Prendiamo una fotografia qualsiasi, ad esempio un volto pensoso ripreso di profilo. Cosa comunica veramente? Malinconia? Concentrazione? Stanchezza? Contemplazione? La risposta dipende interamente da chi guarda, dal suo stato d'animo, dalla sua esperienza, dal suo bagaglio culturale. L'immagine si comporta esattamente come una parola isolata dal contesto: il termine "banco", da solo, può riferirsi al mobilio scolastico, all'istituto di credito, al gruppo di pesci o al cumulo di nebbia. Questa ambiguità, lungi dall'essere un pregio, rivela la fragilità comunicativa intrinseca della fotografia singola. L'autore dell'immagine rischia di perdere completamente il controllo del messaggio nel momento stesso in cui lo affida al supporto fotografico, aprendo un varco attraverso il quale si infiltrano significati non voluti, letture distorte e fraintendimenti che tradiscono l'intenzione originaria.
      Per comprendere la natura di questo problema, dobbiamo rivolgerci alla semiotica strutturalista di Roland Barthes. Nei suoi saggi pionieristici degli anni Sessanta, Barthes identifica nella fotografia un paradosso fondamentale: essa appare come un messaggio senza codice, una registrazione analogica e diretta della realtà che opera su due livelli simultanei: il messaggio denotato (ciò che l'immagine rappresenta letteralmente, il suo contenuto oggettivo) e il messaggio connotato (i significati culturali, emotivi e ideologici che si sovrappongono alla denotazione). Il problema nasce dal fatto che, mentre la denotazione sembra stabile (un volto è un volto), la connotazione è intrinsecamente polisemica e potrà generare un'infinità di interpretazioni diverse. Barthes parla di dispersione semantica, un fenomeno che è il cuore della crisi comunicativa della fotografia contemporanea.
      Di fronte a questa dispersione di significati, come può il fotografo recuperare il controllo comunicativo senza cadere nell'autoritarismo interpretativo? La risposta risiede nella costruzione di una vera e propria sintassi visiva. Qui entra in gioco l'intuizione fondamentale, mutuata dalla linguistica strutturale, di Ferdinand de Saussure: così come le parole acquisiscono precisione quando si organizzano in frasi, periodi e discorsi compiuti, allo stesso modo le immagini fotografiche guadagneranno in chiarezza espressiva quando vengono orchestrate secondo logiche relazionali rigorose. La composizione di più fotografie all'interno di uno stesso spazio rappresenta così un tentativo di superare i limiti della parole fotografica per costruire una langue visiva. Come?
- Attraverso gerarchie dimensionali: una fotografia più grande non è semplicemente più visibile, ma comunica al lettore dove dirigere l'attenzione, quale elemento considerare principale nel discorso visivo.
- Usando relazioni significanti: due foto accostate cessano di essere unità semantiche indipendenti per diventare termini di un confronto, elementi di una dialettica visiva. Un ritratto seguito da un paesaggio può suggerire una relazione tra stato d'animo interiore e ambiente esterno.
- Sfruttando un apparato testuale come ancoraggio: titoli, didascalie e note esplicative agiscono come quello che Barthes chiama ancrage, fornendo coordinate interpretative che guidano il lettore verso la comprensione dell'intenzione comunicativa dell'autore.
      La sintassi fotografica opera attraverso meccanismi retorici sofisticati, trasponendo nel dominio visivo le figure della retorica classica come la metafora che nasce dall'accostamento di elementi apparentemente distanti, la metonimia la quale si manifesta nella sostituzione di un dettaglio al posto dell'insieme o ancora l’antitesi che emerge dal contrasto calibrato tra immagini opposte. Il montaggio fotografico diventa così una forma di pensiero per immagini, capace di articolare ragionamenti complessi attraverso il linguaggio visivo, seguendo i principi che Sergej Ejzenštejn aveva teorizzato per il cinema: il conflitto tra due inquadrature produce nella mente dello spettatore una nuova idea, superiore e astratta.
Questa immagine dimostra in modo inequivocabile come l'apparato testuale funzioni da ancoraggio, guidando il lettore verso un significato preciso e limitando l'arbitrarietà interpretativa.
      L'opposizione tra fotografia singola e composizione articolata non rappresenta una questione meramente estetica, ma tocca il cuore della responsabilità comunicativa. Qui il pensiero di Umberto Eco offre la chiave teorica più raffinata per comprendere la posta in gioco. Eco distingue tra opere chiuse, che mirano a una sola interpretazione predefinita, e opere aperte, che richiedono un intervento attivo del fruitore. Tuttavia, l'apertura non è caos: è un'apertura progettata, controllata e voluta dall'autore. Per cui la fotografia singola risulterà essere un'opera troppo aperta, quasi accidentalmente. La sua è apertura subita, non progettata, che porta all'arbitrarietà interpretativa. Una composizione articolata, al contrario, rappresenta la perfetta incarnazione dell'Opera Aperta di Eco: non impone una lettura univoca, ma fornisce strumenti interpretativi che permettono al pubblico di entrare in dialogo con l'opera su un piano più paritario. Il fotografo che sceglie di lavorare con sequenze, relazioni e apparati didascalici non rinuncia alla potenza evocativa dell'immagine, ma la canalizza verso obiettivi comunicativi più precisi. Seguendo i concetti di Eco, costruisce un rapporto di cooperazione interpretativa tra Autore Modello e Lettore Modello. Paradossalmente, questo maggiore controllo autoriale non impoverisce l'esperienza del lettore, ma la arricchisce. Trasforma il fruitore da soggetto passivo, in balia delle proprie proiezioni soggettive, in partner attivo di un esercizio di comprensione che è, al tempo stesso, intellettuale ed emotivo. Se la fotografia singola ci lascia prigionieri delle nostre associazioni personali, la composizione ragionata ci invita invece a seguire un percorso di senso, a cogliere relazioni, ad apprezzare sfumature che emergono solo dal confronto e dalla contestualizzazione.
Questo accostamento crea una potente metafora visiva della saggezza accumulata nel tempo e della bellezza che deriva dalla storia vissuta. Esempio perfetto del montaggio che segue i principi di Ejzenštejn, dove il conflitto/confronto tra due immagini produce un concetto astratto superiore.
      Questa lunga premessa rivolge l’attenzione verso una Fotografia Responsabile: in un'epoca in cui le immagini rischiano di diventare poco più che semplice rumore visivo, la capacità di costruire sintassi fotografiche rigorose e significative rappresenta forse una delle sfide più urgenti per chi lavora con il linguaggio delle immagini. Non si tratta di soffocare la creatività o di imporre letture univoche, ma di assumersi la responsabilità comunicativa di chi usa un linguaggio maturo. La fotografia ha bisogno di crescere passando dalla seduzione dell'immagine singola alla maturità del discorso visivo articolato. Solo così potrà mantenere la promessa di essere, oltre che arte, anche strumento di conoscenza e di dialogo critico con il mondo.
Questa sequenza non è caotica come una foto singola, ma non è nemmeno "chiusa". Invita il lettore a costruire un percorso, a interrogarsi (è una storia di perdita? di ritorno a casa? di un ricordo?). Incarna perfettamente il concetto di Opera Aperta progettata e di cooperazione interpretativa tra Autore e Lettore Modello.
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