Oltre la superficie: l'arte contemporanea tra Ontologia, Gnoseologia ed Epistemologia
“In una figura, cercate la grande luce e la grande ombra, il resto verrà da sé.”
Edouard Manet
L'arte contemporanea, talvolta, sembra impegnata in una complessa impresa filosofica, in cui l'opera è il palcoscenico e lo spettatore, come un criceto su una ruota, corre senza capire bene dove si stia andando. Ricordiamoci che essa è figlia, a volte ribelle e irriverente, della filosofia e come tale, va affrontata con gli strumenti del pensiero critico, non con l'ingenuità di chi crede che basti un'intuizione fulminante per comprendere un'opera e per poi vedere degli scarabocchi tramutati in capolavori. Dobbiamo allora appellarci ad alcuni principi cardine della filosofia: ontologia, gnoseologia ed epistemologia affinché possano fungere come una speciale bussola per navigare nel mare magnum di questa straordinaria disciplina. Caratterizzare in modo rigoroso come l'ontologia, la gnoseologia e l'epistemologia entrano nel discorso sull'arte e sull'estetica implica esaminare come queste branche fondamentali della filosofia contribuiscano alla comprensione della natura dell'arte, dei processi conoscitivi coinvolti nella percezione estetica e dei criteri attraverso cui valutiamo e giustifichiamo le nostre esperienze artistiche. L'ontologia, lo studio dell'essere, ci aiuta a rispondere alla domanda fondamentale: "Ma questo... cos'è?". Un'opera d'arte può essere un oggetto, un'azione, un concetto, un'emozione congelata nel tempo. Una sedia capovolta è solo una sedia scomoda o un'opera d'arte che si interroga sul concetto di funzionalità? L'ontologia ci aiuta a distinguere l'opera dalla sua materialità, a scavare sotto la superficie alla ricerca dell'essenza, anche quando sembra ben nascosta. E, soprattutto, ci aiuta a capire se quell'essenza esiste davvero. L'ontologia, in definitiva, analizza se l'opera d'arte sia un oggetto materiale, un evento, un'esperienza o un'entità astratta. Discute la distinzione tra originale e copia, e come questa influisca sull'identità dell'opera. Un originale di un'opera famosa ha lo stesso status ontologico di una sua riproduzione? Infine nel caso di forme d'arte non tradizionali, come l'arte concettuale o le performance, l'ontologia indaga su cosa consista l'opera d'arte stessa. È l'idea, l'atto performativo, o l'interazione con il pubblico a costituire l'essenza dell'opera? Una volta stabilito cosa sia l'opera, la gnoseologia, la teoria della conoscenza, entra in gioco per aiutarci a comprendere come la percepiamo e la interpretiamo. Perché un quadro monocromatico può suscitare emozioni intense in alcuni e una noia mortale in altri? Qual è il ruolo dell'esperienza, della cultura, del background personale nella fruizione dell'arte? La gnoseologia ci ricorda che l'interpretazione di un'opera non è un atto passivo, ma un processo attivo e soggettivo, un dialogo silenzioso tra l'opera e lo spettatore. Un dialogo che, a volte, può trasformarsi in un monologo incomprensibile. In definitiva esplora come l'arte possa trasmettere conoscenze, emozioni o idee, e come queste vengano recepite e interpretate dallo spettatore, indagando sui meccanismi di interpretazione simbolica e sulla comprensione dei messaggi artistici. Infine, l'epistemologia, che indaga la natura della conoscenza scientifica, ci fornisce gli strumenti per valutare la validità dei nostri giudizi estetici. Esiste un metodo oggettivo per stabilire il valore di un'opera d'arte? O siamo destinati a navigare nel mare dell'opinione personale? L'arte ci può insegnare qualcosa sul mondo, sull'esperienza umana o su noi stessi? L'epistemologia estetica cerca di comprendere il valore cognitivo dell'arte e a ricordare che la conoscenza non è un punto di arrivo, ma sempre un viaggio senza fine. Per fare un esempio concreto prendiamo un'installazione di luci al neon. Ontologicamente, è solo gas inerte intrappolato in tubi di vetro. Ma può diventare un'opera d'arte che gioca con lo spazio, il colore, la luce, evocando emozioni e suggestioni. La gnoseologia ci aiuta a comprendere come la percezione di quest'opera cambi a seconda del contesto, dell'ambiente, dell'ora del giorno. E l'epistemologia ci spinge a chiederci: qual è il valore artistico di quest'opera? È solo un gioco di luci o qualcosa di più profondo? O ancora, consideriamo un'opera d'arte astratta. L'ontologia ci chiede: cos'è questa opera? È un semplice insieme di forme e colori, o rappresenta qualcosa di più profondo? La gnoseologia si rivolge a come possiamo comprendere il significato di quest'opera: dobbiamo affidarci alla nostra intuizione o cercare di trovare un significato razionale? L'epistemologia, infine, si interroga su quali strumenti possiamo utilizzare per analizzare quest'opera. Possiamo usare la matematica per studiare le sue proporzioni, o la psicologia per comprendere la reazione emotiva che suscita? Va in ultimo ricordato che l'ontologia, la gnoseologia e l'epistemologia non operano in isolamento nel discorso sull'arte e sull'estetica; al contrario, interagiscono strettamente! Dall'ontologia alla gnoseologia: la comprensione della natura dell'opera d'arte (ontologia) influenza il modo in cui la percepiamo e la interpretiamo (gnoseologia). Ad esempio, sapere che un'opera è una performance effimera cambia il modo in cui ne facciamo esperienza. Dalla gnoseologia all'epistemologia: i processi cognitivi e sensoriali attraverso cui conosciamo l'arte (gnoseologia) pongono questioni sulla validità e la giustificazione di tale conoscenza (epistemologia). Come possiamo essere sicuri che la nostra interpretazione sia corretta o valida? Dall'epistemologia all'ontologia: le nostre concezioni su ciò che possiamo conoscere dell'arte (epistemologia) possono influenzare la nostra comprensione della sua natura fondamentale (ontologia). Se riteniamo che l'arte comunichi verità profonde, questo incide sulla definizione stessa di opera d'arte. In definitiva, l'arte contemporanea, pur nella sua apparente anarchia, ha bisogno di un quadro di riferimento maturo e rigoroso. Ontologia, gnoseologia ed epistemologia sono alcune coordinate essenziali per orientarsi in questo territorio complesso e stimolante, per apprezzare l'arte con consapevolezza, evitando di trasformare, come già detto, ogni provocazione in un capolavoro. E, soprattutto, per non farci prendere in giro da una banana appesa al muro.
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