Foto(so)fie


“All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione.”
Giacomo Leopardi, Zibaldone

“Sia gli scienziati sia gli artisti producono modelli del mondo: i primi formano modelli elementari e semplificati della realtà, che possono essere riprodotti, i secondi modelli soggettivi, interpretazioni emotive della realtà caotica che li circonda e della vita quotidiana.”
Lamberto Maffei, Elogia della lentezza

      In questa ridente raccolta di immagini, denominata Foto(so)fie, ho intrapreso un'audace esplorazione: quali inedite connessioni emergono quando si tenta di fondere discipline apparentemente distanti come l'arte, la filosofia e la matematica? Un esperimento visivo che invita a riconsiderare i confini tra ragione e intuizione, forma e concetto. E dal momento che tra le discipline enunciate troneggia proprio la regina delle scienze, non posso che iniziare questa discussione rispettando un preciso ordine di idee! Lo stesso ordine con cui si affronta lo studio della matematica, la quale, a farla breve, è un grandioso edificio costruito su solide fondamenta, gli assiomi ovvero quelle verità che si assumono come punto di partenza e che non richiedono dimostrazione. Su queste fondamenta vengono costruite le dimostrazioni, sequenze logiche di ragionamenti che ci permettono di passare da un'affermazione ad un'altra. Infine, il risultato di una dimostrazione è un teorema, vale a dire una nuova verità che è stata stabilita proprio a partire dagli assiomi. Che ruolo occupa un matematico in questo processo? Il ricercatore in matematica è come un esploratore che si addentra in una giungla di idee e concetti da collegare fra loro, allo scopo di dare corso a nuove teorie, costruendo ponti tra isole di conoscenza e risolvendo enigmi con grande creatività e ingegno.

      Diversamente dalla matematica, la filosofia si occupa invece di quelle domande fondamentali sulla natura della realtà, della conoscenza, dell'etica, dell'esistenza e del significato. Queste domande non hanno necessariamente una risposta definitiva, ma stimolano un dialogo continuo e un'analisi critica dei concetti. Il filosofo costruisce argomentazioni solide per sostenere le proprie tesi, scompone concetti complessi nelle loro parti costitutive per comprenderne il significato più profondo, mette in discussione assunzioni e credenze comuni per cercare di individuare le contraddizioni e le incoerenze, dialoga con altre discipline per arricchire la propria comprensione del mondo. E arriviamo, per ultimo, all'arte: se la matematica è un edificio costruito su fondamenta logiche e la filosofia un giardino in continua evoluzione, l'arte può, invece, essere paragonata a un oceano sconfinato, dove ogni artista è un esploratore che crea isole uniche con le proprie esperienze e visioni. Piuttosto che cercare soluzioni definitive, l'arte pone più domande che risposte, è più simile ad un viaggio soggettivo e personale alla scoperta di sé stessi e del mondo, nel tentativo di dare forma alle emozioni, alle idee e alle esperienze attraverso l'espressione creativa.
      Per quanto distanti possano apparire questi campi del sapere umano, si intuisce già da subito che presentano anche analogie profonde e affascinanti! Intanto tutte e tre condividono la ricerca di una forma di verità, sia essa oggettiva o soggettiva, così come la valorizzazione della bellezza, intesa come armonia, equilibrio e perfezione. Inoltre linguaggio e simbologia sono strumenti comuni e fondamentali sia per la costruzione di significati che per la comunicazione di idee complesse. Occorre, infine, tener conto dell'alto grado di creatività e intuizione, della capacità di pensare in modo originale e di saper navigare oltre le apparenze. Stando così le cose perché non tentare qualche ulteriore analogia tra matematica e filosofia? Ad esempio gli assiomi della matematica potrebbero rappresentare dei Presupposti Fondamentali in filosofia, ovvero le premesse di base o le assunzioni metafisiche che un filosofo accetta come punto di partenza: si pensi, ad esempio, al dualismo mente-corpo di Cartesio che è proprio alla base della prima Foto(so)fia! Le Tesi Principali potrebbero invece fornire un'analogia con i teoremi: sono le argomentazioni centrali o le proposizioni chiave che il filosofo sviluppa basandosi sui precedenti Presupposti Fondamentali. E le conseguenze logiche o le applicazioni pratiche derivanti dalle Tesi Principali, potrebbero trovare un'analogia con i corollari (una verità conseguente da un'altra precedentemente dimostrata).

      Per la pratica artistica, sebbene intrinsecamente più fluida e soggettiva rispetto alla matematica o alla filosofia, possiamo tentare un'ulteriore analogia, tenendo presente che le precedenti categorie sarebbero ancora più flessibili e aperte all'interpretazione. Per cui i Principi Fondamentali rappresentano la visione artistica di base e gli elementi estetici principali che guidano il processo artistico. Le Espressioni Centrali (analogia con i teoremi) sono le opere chiave (o le tecniche distintive) che manifestano i Principi Fondamentali dell'artista. Infine le Risonanze (in analogia con i corollari) rappresentano le influenze su altri artisti, le interpretazioni successive o l'impatto culturale più ampio dell'opera. Le opere di questa collezione sono organizzate proprio in questo modo: immaginando di visualizzarle su una parete si presenterebbero come un insieme di immagini, tendenzialmente più piccole, da cui l'artista prende spunto. L'opera principale avrà invece un formato e un rapporto differente e si caratterizzerà dalla presenza di una ben definita Dichiarazione d'artista che servirà ad evidenziare le interpretazioni più rilevanti. Le Risonanze sono, infine, tutte quelle variazioni sul tema, aggiunte, spiegazioni ulteriori, la cui presenza consentirà di offrire una più esaustiva presentazione dell'opera.
      Tornando alle origini di questo lavoro, perché ho scelto il nome Foto(so)fie? Perché ritengo che la fotografia non sia solo una semplice riproduzione della realtà, ma un vero e proprio percorso di conoscenza. L'atto del vedere, infatti, è un'esperienza sensoriale che anticipa e stimola la riflessione concettuale. La Foto(so)fia è proprio questo: un'indagine filosofica che parte dall'immagine per arrivare a una comprensione più profonda del mondo. A differenza di una possibile Filografia, che si concentrerebbe più sull'aspetto formale dell'immagine, la Foto(so)fia esplora soprattutto le dimensioni simboliche e concettuali. L'immagine fotografica, infatti, non è mai una rappresentazione neutrale, ma è sempre carica di significati e suggestioni. È un punto di partenza per un viaggio intellettuale che va oltre la semplice percezione visiva. Come un'eco che si propaga in un ambiente chiuso, questa raccolta si propone anche come un'esperienza visiva introspettiva. Partendo da un concetto filosofico, l'opera d'arte diventa un laboratorio di idee: l'immagine si ripiega su se stessa, avviando un elaborato processo di auto-generazione. L'idea iniziale, come un seme, germina e si sviluppa all'interno dell'opera, dando vita a un'esplorazione visiva che trascende i confini del concetto originario. In questo processo, il confine tra soggetto e oggetto si dissolve, dando vita a un dialogo ininterrotto tra forma e contenuto. Un tentativo di guardare all'arte visiva attraverso la lente dell'arte visiva stessa. Soggettività, Evoluzione, Contesto, Interdisciplinarità, Intuizione e spontaneità, Ricezione da parte del pubblico, saranno infine le principali differenze con la filosofia e la matematica: una sorta di ardimentosa fluttuazione tra costruzione e decostruzione della realtà!
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