"Aqua"


"Chi è privo di un mito è un uomo che non ha radici."
Carl Gustav Jung

      Vi presentiamo il concept di un’animazione che nasce dalla fusione di due linguaggi artistici: la musica e la fotografia. Il video è ispirato a una traccia musicale sperimentale, creata da Cattivo Costume, Raffaele Cesarano (darabouka) e Patrizia Ferrarini (campane tibetane), che fonde in modo magistrale campane tibetane, strumenti ancestrali e voce. Il risultato è un racconto sonoro che evoca atmosfere mitologiche e primigenie. Le immagini fotografiche che accompagnano la musica, sono state scelte per rappresentare la dimensione visiva di questo racconto, attraverso una dimensione metafisica e cercando di trasmettere il nostro modo di conoscere il mondo per mezzo dell’arte e lontano da alcuni stereotipi. Speriamo che il video vi piaccia e vi coinvolga. Buona visione!
      Nelle profondità dell'etere, al di là del velo del tempo, fluiva l'acqua dell'oblio e del ricordo, tessendo la trama di un'antica leggenda. Questo era il regno silenzioso di Mnemosine, artefice di memorie e segreti, dove l'eco delle ere passate vibrava nell'aria satura di incantesimi.
      Mnemosine, la Dea memoriale, splendida e onnisciente, era figlia dell'ineffabile Urano e della primordiale Gea e aveva il dono di ricordare tutto, anche le cose più lontane e nascoste. Era lei che custodiva la saggezza e la conoscenza del mondo.
      Accadde che un giorno, nei cieli dell’Olimpo, Zeus, sommo tra gli dei, fu preso da una tempesta d'amore per Mnemosine e da lei ebbe nove figlie, le Muse, che ereditarono il suo talento per le arti e le scienze. Ma Zeus volubile e infedele, presto si stancò di Mnemosine, abbandonandola per altre amanti.
      Quest’ultima, ferita e delusa, si ritirò in una grotta segreta, dove si dedicò a coltivare il suo giardino di fiori e di erbe. Tra queste, c'era una pianta speciale, che aveva il potere di trasmettere la memoria dell'acqua. Era la ninfea, il fiore d'acqua per eccellenza, che cresceva in uno stagno limpido e profondo. Mnemosine usava le foglie e i petali della ninfea per preparare pozioni magiche che poi beveva per alleviare il suo dolore e per rivivere i momenti felici della sua vita. Così, la ninfea assorbiva le sue emozioni, i suoi ricordi, i suoi sogni.
      Ma Mnemosine non era l'unica a conoscere il segreto di questo fiore speciale. Anche le sue figlie, le Muse, sapevano dove si trovava la grotta della madre, e a volte la visitavano per chiederle consiglio e ispirazione. Le Muse portavano sempre con sé dei doni per Mnemosine, tra cui delle splendide campane tibetane, che producevano suoni armoniosi e rilassanti. Erano strumenti antichi e misteriosi, che provenivano da una terra lontana, dove si praticava una filosofia di pace e di equilibrio e avevano il potere di creare vibrazioni benefiche, che si propagavano nell'aria e nell'acqua, stimolando la mente e il corpo.
      Quando le Muse suonavano le campane tibetane, Mnemosine si sentiva rinvigorita, inoltre le sue pozioni di ninfea diventavano più efficaci mentre le campane tibetane amplificavano la memoria dell'acqua, rendendola ancora più chiara e intensa.
      Fu così che Mnemosine e le sue Anime Muse divennero custodi di eterea conoscenza, autrici di un canto narrativo intrecciato tra la trascendenza delle acque e il coro armonioso delle campane, delineando codici distintivi di creatività umana e divina che da sempre intonano l'inno cosmico dell'esistenza.




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