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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

In bilico nell'immobilità

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“La vita ha bisogno della parola; se fosse sufficiente vivere, non si penserebbe, se si pensa è perché la vita ha bisogno della parola, della parola che sia il suo specchio, della parola che la rischiari, della parola che la potenzi, che la innalzi.” María Zambrano Concept       Il silenzio dell’anima è uno stato di ricettività totale, una condizione di ascolto profondo che precede qualsiasi forma di conoscenza autentica. “La pietra che respira è quella che ha conosciuto il silenzio dell’anima” diviene metafora e riconciliazione di una materia che ha trasceso la sua condizione inerte, attraverso una metamorfosi spirituale e grazie all’incontro con il silenzio contemplativo. Questo processo trasformativo rappresenta la capacità di infondere vita e significato anche in ciò che appare immobile, attraverso il potere dello sguardo poetico. In quest’opera dal titolo: “In bilico nell’immobilità” , esploro la dualità dell'esistenza umana, mediante la giusta...

Il teorema del dubbio

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“La ragione non è nulla senza l'immaginazione.” René Descartes Concept       Nelle “foto(so)phie” – neologismo che fonde fotografia e filosofia – ogni elemento si dispone come tessera di un enigma irrisolvibile. La moderna interpretazione, in bianco e nero, di Cartesio , fronteggia lo scheletro di un dinosauro che emerge, appena percettibile, dal biancore dello sfondo. Tra questi due poli – il volto della ragione e l’ossatura del vissuto preistorico – si apre un cortocircuito di significati che rimette in gioco le certezze del vedere e le radici stesse del pensiero. Il sorriso assente del filosofo-cartesiano, con lo sguardo rivolto verso un io che si auto-fonda, ci invita a ripercorrere la famosa sospensione del dubbio: «Cogito, ergo sum» . Eppure quel sum – quel farsi esistere del soggetto – qui non è più garanzia di un’identità salda, ma soltanto un simulacro di carta e pigmenti (come recita la stessa dichiarazione d’artista incisa nella stes...

Questo è solo un piccolo grido di dolore!

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“Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore. Vai avanti. Nessun sentimento è definitivo.” Rainer Maria Rilke Concept       Tre muse e regine identiche, avvolte in eleganti abiti da sera e col volto dissimulato da maschere di cranio bovino, evocano, in chiave moderna, un richiamo sospeso tra le tragedie classiche e le sacre rappresentazioni medievali. Al tempo stesso, la duplicazione delle donne, inscena una chiara visione della molteplicità dell’Io, unita alla ripetitività dei nostri traumi interiori. Attorno a queste figure, emergono campi grigi di forme geometriche astratte, che organizzano lo spazio nel solco di un diagramma dell’anima , dove anche i numeri, disposti come se fossero vertebre spezzate, aprono una riflessione sulla fragilità della vita. Martin Heidegger ci insegna che l’essere umano viaggia sempre in direzione di una gettatezza originaria, un esser-ci costantemente in bilico tra consapevolezza e oblio. Il teschio, maschera di...

Monologue

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“Πόλεμος πάντων μὲν πατήρ ἐστι. (Il conflitto è padre di tutte le cose.)” Eraclito “Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro?” Luigi Pirandello Concept       Una statua, emblema millenario della perfezione formale, diviene campo di battaglia per forze contrapposte. Nell'interstizio tra verità, libertà e mondo , si apre la ferita scarlatta che spezza e attraversa l'opera, non cicatrice ma piuttosto rivelazione, squarcio che disvela l'impossibilità di una sintesi armoniosa. Questa creazione sospesa tra fotografia, intervento pittorico e concettualizzazione filosofica, manifesta la tensione irrisolta del contemporaneo. L'ideale classico, con la sua promessa di unità e complet...

PAX

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“Per sempre è composto da Ora.” Emily Dickinson       Nella calma che avvolge la collina in cui dimoro, si erge questo piccolo cimitero. Non è un luogo che attira lo sguardo, è piuttosto un santuario di quiete che si rivela solo a chi sa fermarsi per ascoltare il linguaggio muto dei fiori e delle pietre.       Qui, sotto un cielo gravido di nuvole, l'eternità conversa con l'effimero in un dialogo senza parole. Le lapidi, sentinelle del tempo, non segnano semplicemente la fine di un viaggio, ma custodiscono le impronte di chi ha camminato prima di noi. Sono mappe di esistenze consumate, archivi di respiri che il vento ha disperso ma che la memoria ostinata della pietra continua a trattenere.        PAX , recita una lapide consunta. RESURRECTURIS , promette un'altra. Non mere parole incise nel marmo, ma invito a contemplare il mistero che abbraccia la nostra fragile condizione. La pace, qui, ...

cento aggettivi per un ritratto

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“La maschera che portiamo rivela molto più del volto che cela.” Oscar Wilde       Traendo vivida linfa vitale da sentieri filosofici e dall'universo polimorfo e sfuggente dell'arte contemporanea, con dedizione , fervore e passione mi adopero a realizzare un ritratto che sia sempre un'indagine visiva , concettuale , un dialogo silenzioso ma eloquente , consapevole e misterioso , strumento maieutico e alchemico , frammento autentico di un’essenza inafferrabile , non convenzionale e superficiale , ma costantemente intimo e profondo , aperto e polisemico , che inviti a una lettura stratificata , personale , soggettiva e mai definitiva , privo di una bellezza canonica , esteriore o effimera , ma semmai scomoda , radicale , estrema e incisiva . Deve poi consentire un'esperienza estetica , emotiva , cognitiva , esistenziale che tocchi corde universali pur rimanendo irriducibilmente unico e irripetibile , come una traccia metafisica , un se...

L'Immagine Pensosa di Jacques Rancière: una zona di Indecidibilità tra Ragione ed Esperienza

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“Un'immagine non è mai da sola. Essa è parte di un dispositivo di visibilità che regola lo statuto dei corpi rappresentati e il tipo di attenzione che essi meritano. La questione consiste nel sapere che tipo di attenzione viene provocato da questo o quel dispositivo.” Jacques Rancière       Nel panorama della filosofia estetica contemporanea, pochi concetti brillano di luce così intensa e rivelatrice quanto quello dell' immagine pensosa , magistralmente teorizzato da Jacques Rancière . Una costellazione concettuale che, come un prisma, rifrange e riconfigura la nostra comprensione del visuale, inaugurando territori inesplorati di riflessione critica e sensibilità estetica. La pensosità come presenza eccedente       L'immagine pensosa — penseuse nella lingua di Rancière — non è semplicemente un'immagine che illustra un pensiero preesistente, un veicolo trasparente di significati predeterminati. È piuttosto un'entità vi...

Sulla post-fotografia

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“Davanti all'obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte.” Roland Barthes “Chi vede correttamente la figura umana? Il fotografo, lo specchio, o il pittore?” Pablo Picasso       La fotografia contemporanea, con la sua vasta gamma di pratiche, si offre come un fecondo linguaggio di base, una trama capace di trasfigurare narrazioni visive in forme inedite che vanno ben oltre i confini tradizionali. Nonostante i miei lavori si caratterizzino per una marcata ibridazione con la parola, i segni geometrici, la matericità degli interventi manuali, li considero sempre delle fotografie (o post -fotografie) per svariati motivi. Ad esempio la connessione storica e teorica, di cui cerco continuamente un richiamo, il rapporto con la realtà (anche se palesemente manipolato), l’idea di traccia o indice di Pe...

Buon Compleanno!

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“Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così.” Italo Calvino “Ogni vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi.” Marcel Proust       La protagonista stringe fra le dita il proprio ritratto di ieri, regalandoci uno sguardo che è insieme tenerezza e audacia. Non si annuncia come un gesto d’orgoglio, ma come un colloquio interiore, un ponte tra l’io che fu e l’io che lentamente si è trasformato. Paul Ricoeur distingue tra idem e ipse per analizzare l'identità personale. L'idem con la sua permanenza nel tempo, legata a caratteristiche stabili e immutabili. L'ipse con la potenza evocativa dell'identità narrativa, quel modo in cui una persona si racconta e si trasforma nel tempo attraverso le esperienze e le relazioni. Ed è proprio qui che la fotografia diventa specchio del tempo,...