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Natura morta con vetri
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Vetri di carta su parole di cristallo,
pagine di libri senza fogli su immagini evanescenti,
foto di spettri paradossi della semplicità.
Nessun dire, solo lingue mute senza più confini.
“L'arte di narrare si avvia al tramonto. È sempre più raro imbattersi in persone che sappiano raccontare qualcosa come si deve. [...] È come se fossimo privati di una facoltà che sembrava inalienabile, la più certa tra le cose certe: la capacità di scambiare esperienze.” Walter Benjamin “La casa è il nostro angolo di mondo. È il nostro primo universo. È davvero un cosmo. Un cosmo in tutta l'accezione del termine.” Gaston Bachelard Nel cuore nascosto dei nostri paesaggi interiori si celano "luoghi comuni" che nessuna immagine potrà mai raccontare completamente. Eppure, paradossalmente, è proprio attraverso la fotografia che questi spazi possono tornare a parlarci, rivelando quella dimensione dell'esperienza che la velocità contemporanea ha reso invisibile. Cosa rende "comune" un luogo? Non la sua banalità, come potremmo pensare, ma piuttosto l'eccedenza di significato che lo rende trasparente al nostro sguardo abituato. I piccoli cimit...
“La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza.” Albert Einstein Lo Spazio, il Tempo, l'Incognito è il tema scelto per l'edizione 2024 delle Connessioni Inattese , convegno che avrà luogo il prossimo 23 Novembre presso la storica sede dell’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a Palazzo Serra di Cassano (Napoli). L'oggetto di alcune riflessioni sul tema della memoria è scandito attraverso un'opera fotografica tangibile, caratterizzata da un'esperienza sensoriale per mezzo di alcune stampe pensate per essere toccate e sentite tra le dita, tessuto di frammenti di spazio e tempo sottratti all'oblio, atto di resistenza contro la velocità ma anche omaggio alla lentezza e alla contemplazione. Lo spazio non è mera distanza, ma l'estensione emotiva di un paesaggio interiore. Un luogo intim...
“Per sempre è composto da Ora.” Emily Dickinson Nella calma che avvolge la collina in cui dimoro, si erge questo piccolo cimitero. Non è un luogo che attira lo sguardo, è piuttosto un santuario di quiete che si rivela solo a chi sa fermarsi per ascoltare il linguaggio muto dei fiori e delle pietre. Qui, sotto un cielo gravido di nuvole, l'eternità conversa con l'effimero in un dialogo senza parole. Le lapidi, sentinelle del tempo, non segnano semplicemente la fine di un viaggio, ma custodiscono le impronte di chi ha camminato prima di noi. Sono mappe di esistenze consumate, archivi di respiri che il vento ha disperso ma che la memoria ostinata della pietra continua a trattenere. PAX , recita una lapide consunta. RESURRECTURIS , promette un'altra. Non mere parole incise nel marmo, ma invito a contemplare il mistero che abbraccia la nostra fragile condizione. La pace, qui, ...
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