Angelo nascosto, angelo della bellezza


“Ero solo io così poco seria. È il tempo cosi poco serio. Non sono mai stata solitaria, né da sola, né con qualcun altro; ma mi sarebbe piaciuto in fondo essere solitaria. Solitudine significa: "Finalmente sono tutto". Adesso posso dirlo, perché oggi finalmente sono davvero sola. Bisognerà finirla prima o poi con il caso. Non so se ci sia un fine, ma so che ci deve essere una decisione, è necessario che tu ti decida. Deciditi! Ora il tempo siamo noi. Non solo la città intera, adesso è il mondo intero che prende parte alla nostra decisione. Ora noi due siamo più che due solamente, noi incarniamo qualcosa. Ed eccoci sulla piazza del popolo, siamo qui tutti e due e l'intera piazza è piena di gente che si augura la stessa cosa che ci auguriamo noi. Decidiamo noi il gioco per tutti.”
Dal film di W. Wenders: "Il cielo sopra Berlino"

“Come il rumore di una lontana risacca, così risuona all'autore l'unità ritmica della sua opera. I temi se ne vanno e poi di nuovo ritornano e di nuovo ritornano; e ciò accade sempre di nuovo: essi ritornano ogni volta rafforzati ed arricchiti, ogni volta si riempiono del succo di vita.”
P.A. Florenskij

      Alcuni angeli non sono altro che voci, entità ignote, delle quali non sappiamo nulla, né le loro opere né i loro disegni. Si pongono come arcani, remoti e insondabili, ci bisbigliano comandi o ci ispirano condotte quando da noi ricevono null’altro che silenzi e docilità. Con clemenza e ammonimenti tenui, con le labbra socchiuse, annientano i nostri pensieri, offuscano una coscienza già debole. Se non esistessero, potremmo affermare che i nostri comportamenti sarebbero più veri? In verità non c’è alcuna strana visione e non c’è neppure un’effige arcana che regola le nostre azioni.
  
      Se noi non fossimo logorati nell’attesa tutto ciò sarebbe più agevole da intendere e da accogliere. Eppure queste figure sono come demoni che ci istruiscono nell’arte delle illusioni, dei raggiri e delle seduzioni, sono il nostro “pharmakon” che ci sana e ci invelenisce, ingannando il mondo con il loro riflesso. Se sparissero cosa ci resterebbe? Solamente macerie, fumo, terre deserte, cieli cupi e nuvolosi, tutto ciò che la nostra frenesia ha eretto. E tuttavia non si curano mai di noi, sono forza e bellezza estranea, si limitano ad esistere, ad esserci. Le emozioni hanno prima creato solchi e distanze e poi hanno ridotto tutto ad un vuoto irreale.
  
      Dopo nausea e procrastinazione, proiettiamo tutto verso l’esterno e ci alieniamo in queste immagini mirabilmente irreali, immote e ipnotiche, con il loro falso candore e la luce vitrea che spegne il nostro sguardo. Più sono invadenti, più diventano semplici figure superficiali, inutili, retoriche e senza senso. Altre volte sono omissioni assorbite nell’insignificanza di vivere, come un abisso inarrestabile, non proprio come un angelo caduto sulla terra. E se all’improvviso svanissero nel nulla da cui sono apparsi, come un arcobaleno di colori dopo la pioggia? La memoria e l’intimità sono la nostra rigida armatura e la nostra redenzione.
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