Animated Photo (Su)bjects


"Io ero la radice del castagno.
O meglio io ero, tutt'intero, la coscienza della sua esistenza.
Ancora staccato da essa -poiché ne avevo coscienza-
e tuttavia perduto in essa, nient'altro che essa.
Una coscienza a disagio e che tuttavia si lasciava andare con tutto il peso,
in equilibrio instabile, su quel pezzo di legno inerte.
Il tempo s'era fermato: una piccola pozza nera ai miei piedi;
era impossibile che venisse qualcosa dopo quel momento li.
Avrei voluto strapparmi a quell'atroce godimento,
ma non pensavo nemmeno che ciò fosse possibile;
ci ero dentro; il ceppo nero non passava, mi restava li, negli occhi,
come un boccone troppo grosso resta di traverso in una gola."

Jean Paul Sartre

      Animated Photo (Su)bjects, sintesi e reinterpretazione di alcuni post precedenti, è un cortometraggio in sette movimenti sul tema delle illusioni e delle fantasie visive. Dopo aver presentato un insieme di frammenti [Atto 1°], si susseguono immagini sparse che, come la potenza creativa e inesauribile di un vulcano [Atto 2°], sono pronte a dissolversi e rimodellarsi. Collocate in singolare penombra, evolvono illimitatamente e perennemente in bilico [Atto 3°], cedendo consistenza ad archetipi sottratti alla mutevolezza delle cose, nell'eterno processo di mutamento [Atto 4°].
      A sottendere l'inesauribile dinamismo, come un gioco combinatorio che riaggrega strutture e inventa linguaggi, emerge un complesso di relazioni cha ha una coerenza nella forma, una coesione nell'interpretazione, una cornice su un dato concetto, uno schema caratterizzato da prossimità temporale e da causalità: è la genesi di un agglomerato che, dando forma e accumulo ad entità fluide, sottoposte a continue ricombinazioni e assestamenti, condensazioni e sedimentazioni di enti mutevoli, apre un nuovo passaggio: l'idea di soggetto [Atto 5°], coi suoi giochi sul tempo e sulle mitologie, che non riparano dalla fuga e dall'oblio.
      Questo soggetto è solo un attore che sparisce nell'aria leggera, senza lasciare orme; nessuna scelta è realmente tale [Atto 6°], nessun riferimento è per sempre. Su quest'ultimo frammento [Atto 7°] si palesa quel simulacro dalle fattezze umane, concepito su uno spoglio castello di ossa.

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